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      Laonde e' si ostinò più che mai a tentare un colpo di mano, un colpo di stato contro lo statu quo di Gerusalemme141. Si passò la notte a preparare un entusiasmo spontaneo che doveva scoppiare a punto fisso, all'ora determinata, quando i nuovi arrivati si recherebbero al Tempio l'indomani.
      L'indomani infatti, due o tre ore dopo il levare del sole, il Rabbì in mezzo ad un gruppo amico di discepoli e di partigiani del Battista, si mise in cammino.
      Questa compagnia aveva qualcosa di così solenne, di così specifico, un aspetto così determinato e così misterioso nell'istesso tempo, che colpì tutte le menti. Gli indifferenti le tennero dietro dicendo: Andiamo a vedere. Svoltando la cima del monte degli Ulivi, la città di Gerusalemme si offrì142 ai loro sguardi. Il sole la bagnava interamente. Un cielo puro come una goccia d'acqua della fontana di Siloam la copriva; un aer caldo l'avviluppava. La primavera circolava già nelle viscere della natura. Gli uccelli cantavano e gorgheggiavano. I fiori si aprivano. L'albero si pavesava di un ricco adornamento per la danza dell'amore, di foglie e fiori. La mammola arrischiava la sua umiltà, affacciandosi timidamente fuori del suo cespuglio. Gli insetti svolazzavano nell'aria come gli sprazzi di un arcobaleno polverizzato. Tutto era bello, era soave, era ricco. La vita sbocciava e si schiudeva all'impazzata. Rimpetto, il Sion ed il Moriah sfrangiavano, tagliavano l'azzurro143 del cielo, circondati, trincerati dai burroni dei Gihon, dell'Hinnom, di Giosafatte.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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