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      Maria l'accompagnò fino al pressoio del monte degli Olivi; poscia, secondo il nostro accordo, ella si recò prima da Ida, e poi venne ad aspettarmi alla porta del palazzo di Hannah.
      Il sagan era desolato della sorte del Rabbì. La nostra partita contro i Romani era aggiornata, ma non abbandonata; non potevamo quindi veder un uomo come il Nazareno, che poteva divenire, malgrado tutto, una forza nazionale, perdersi in un momento di allucinazione. Hannah ed io eravamo convinti che egli avrebbe finito col comprender meglio la situazione, e che avrebbe barattato la sua parte di riformatore morale, per quella di agitatore politico. Noi discutevamo dunque ancora sul mezzo di salvarlo, senza oltraggiare nè la legge, nè il gran consiglio, nè la sentenza pronunziata, nè il sentimento popolare, conversavamo ancora sui sospetti che l'entrata del Rabbì in Gerusalemme e le sue parole imprudenti avevano destati in Pilato, quando un membro del sanhedrin venne a raguagliarci di ciò che era accaduto.
      Gli agenti del Tempio avevano accompagnato il Rabbì fino a Gethsemani, e si erano assicurati che egli vi passerebbe la notte; poichè i suoi discepoli si erano coricati nella corte, e aggrovigliati nei loro pastrani russavano pacificamente. Uno di questi agenti ne aveva dato notizia a Caifa, il quale aveva fatto immediatamente partire una o due dozzine di guardie del Tempio, armate dei loro bastoni. Ma arrivati sul sito, l'ufficiale che li conduceva aveva osservato alcuni sintomi inquietanti. Anzitutto taluni di quei discepoli avevano delle armi più serie dei bastoni; poi essi erano tutti là, ed una dozzina di uomini validi, di quella provincia di Galilea così battagliera, così rissosa, non doveva lasciare agguantare il suo Messia, figlio di Dio, e Dio, senza opporre una resistenza accanita; finalmente, Gethsemani era ad una mezz'ora dall'accampamento dei Galilei, e si vedeva al chiaro di un'ammirabile luna piena, che vi regnava ancora un gran movimento, e che gli uomini non vi dormivano ancora.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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