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      - Rabbì....
      - Finiamo. Il più corto sarà il più dolce.
      - Allora tu sei deciso a perire.
      - È necessario.
      - Sia, e che il tuo sangue ricada sul tuo capo.
      Il Sagan prese un quadrato di pergamena e vi scrisse alcune linee, nelle quali diceva in sostanza: che egli aveva interrogato il Rabbì Jesus Bar Joseph di Nazareth, e che l'aveva trovato fellone verso Dio e verso l'autorità di Cesare, e quindi degno di morte. Fece quindi entrare l'ufficiale del Tempio, - i soldati romani si erano ritirati, - e consegnando loro il prigioniero e la sentenza, li inviò da Caifas.
      All'alba dell'indomani, 14 nisan (venerdì 3 aprile) il sanhedrin si riunì presso il gran Sacerdote. La calca nel Tempio, in un tal giorno, dispensò Caifas di convocare l'assemblea nel Lishcat-ha-Gazith, ove il gran consiglio teneva le sue ordinarie sedute.
      L'interrogatorio non fu lungo. Il Rabbì non negò alcuna delle proposizioni che gli si citavano come da lui sostenute: egli non contestò alcun fatto156. Egli fu riconosciuto fellone verso Dio e verso Cesare, come il sagan lo aveva caratterizzato. Non pertanto, avanti di pronunciare la suprema sentenza, Caifas, quasi avesse voluto impegnarlo a ritrattarsi, per risparmiare al consiglio la penosa necessità di una condanna capitale, chiese nuovamente al Rabbì:
      - Io ti fo precetto di dichiararci se sei il Cristo, figlio di Dio.
      - Io lo sono, rispose Gesù, e voi vedrete venire sulle nuvole del cielo il figlio dell'uomo, seduto alla dritta del Dio onnipotente.
      Tutto era detto. La pena di morte fu decretata.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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