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      Uscendo da Hannah, ove io non aveva aperto bocca, il Rabbì ebbe vergogna dei suoi sospetti, e mi disse addio! Io gli susurrai all'orecchio:
      - Spera, io non lascio la partita finchè mi resta un dado da giuocare.
      Non attesi dunque il risultato del giudizio del sanhedrin cui già prevedevo. Mi recai da Claudia. Ma mettendo il piede nel palazzo di Erode vidi, alla porta del pretorio, una donna, ravvolta in denso velo, domandare di Pilato, inviandogli un foglietto di pergamena. Credetti riconoscere Ida.
     
     
     
      XXXI.
     
      Erano ott'ore del mattino157. Claudia era appena risvegliata, e Nomas aveva aperto le finestre, permettendo ai primi raggi del sole di nisan (aprile) di venire a folleggiare nel santuario di questa beltà italiana. Nomas mi conosceva, avendomi veduto sovente colla sua padrona, e nella massima intimità. Malgrado tutto ciò, stentai a fare pervenire, ad un'ora così indebita, un piccolo viglietto nel quale la supplicava di ricevermi immediatamente, avendo a parlarle di cose gravi.
      Claudia, dopo la effettuazione del suo matrimonio con Pilato, in piena luna di miele, non si copriva più il viso di pappa la notte, onde tener soffice la pelle e fresco il colorito. La sua teletta quindi era meno complicata, e la poteva farsi vedere di buon mattino, non avendo bisogno di levar via l'impiastricciata della notte. Ricevendo il mio viglietto, Claudia mi fece introdurre tosto nel suo gabinetto di teletta, ove venne a raggiungermi alcuni minuti dopo. Io non aveva tempo da perdere in preliminari. Le esposi dunque in poche parole le ragioni che mi conducevano da lei, e l'immenso servizio che le domandavo.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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