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      - Ah! Ah! sclamò Antipas scorgendo il prigioniero: eccoti qua, Rabbì! Tu vieni questa volta senza essere invitato, eh! Come sei amabile! Arrivi, in mia fede, bell'a proposito. Ho il mio leopardo molto malinconico da ieri in qua, tu devi distrarlo, o se è ammalato, guarirlo. Ti do parola che questa mattina son proprio in vena di vedere dei bei miracoletti. Ho dormito allegramente bene la notte scorsa. E tu, Rabbì? Ora, comprendi, ho una voglia pazza di veder Salomè. Tu puoi mostrarmela in un bicchier d'acqua del pozzo di Giacobbe, che ho là; ma, sta ben attento! non voglio vederla tra addobbi, e tra veli, eh! Non voglio che tu mi giunti e mi mostri invece la maga d'Endor. Io voglio veder Salomè, tale quale, precisa com'è, intendi? Nasca, ragazza mia, fa attenzione, m'hai levato un capello nero. Ah! sei lì anche tu, Giuda! farai colazione con me allora, bello mio. Aveva ragione io, quando ti diceva che il tuo Rabbì mi aveva l'aria di un selvaggio. Gli parlo, gli dimando un miracolino ch'è proprio nulla, che il mio filosofo fenicio spiccerebbe colla stessa facilità che tu inghiotti una ciliegia.... Ne avrai questa mattina delle ciliegie, Giuda: n'ho ricevuta la primizia da Alessandria. Ma rispondi dunque, Rabbì. Perchè diavolo me lo conducete dunque, qui, se egli non trova nulla per distrarmi e se non fa nulla per divertirmi?
      Una speranza mi luccicò nell'anima. Gli dissi dunque:
      - Gli è, principe mio, che il re dei Giudei è di cattivo umore perchè i suoi sudditi gli hanno mancato di rispetto.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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