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      Dopo di questo, ella aveva l'abitudine, quando il tempo era bello, di recarsi nei giardini del palazzo, e di gironzare, cogliendo fiori a bracciate ed assistendo al pranzo dei suoi pargoli.
      I pargoli di Claudia erano le murene.
      In una immensa vasca di marmo bianco dalle sabbie muscose, ella ne nutriva diverse centinaja cui aveva fatto venire dalla baja di Puteolis che produce le pių belle.
      La murena č un serpente di mare, lungo due, qualche volta tre braccia, dalla testa e coda appuntite, dal corpo sviluppato, coperto di una pelle viscosa color giallo scuro tigrata di chiazze nere. Questo pesce č avidissimo di sangue e di carne; ed i Romani per regalarlo d'una leccornia, e renderlo pių saporito, gli gittavano di tempo in tempo uno schiavo.
      Claudia, come i suoi compatriotti, aveva un vivaio di questi pesci, e prendeva un singolare piacere nell'andarli a vedere, quasi ogni giorno, all'ora del pasto, divorare un montone, quando la non aveva a servir loro una delle sue schiave. Questa volta preparava loro una festa imperiale.
      Ella mi attendeva per farmi partecipare al suo divertimento.
      Sull'orlo del bacino erano state preparate due sedie, e quattro schiavi liburniani, quattro giganti, si tenevano in piedi dietro di esse per farci onore.
      Claudia non volle lasciarmi aspettare. Mi prese per mano, e senza dir motto mi condusse nel giardino. Quando scorsi che la mi conduceva verso il sito della vasca delle murene, un brivido mi corse per tutte le membra, tremai ed impallidii. Non osai dirigerle una domanda.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





Claudia Puteolis Romani