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      Claudia fe' sembiante di non avvedersi di nulla.
      Quando fu giunta vicino al bacino, sedette e mi fece segno di sedere. Poi con un movimento del capo diede un ordine al lorarium, che stava ritto all'estremità opposta del vivajo.
      Le murene che conoscevano l'ora del loro pasto, brulicavano, saltabellavano nell'acqua, guizzando da ogni parte, accorrendo ad un piccolo scoppiettìo della lingua di Claudia, appello a cui ella le aveva abituate.
      - Sono graziose, non è vero? mi disse l'atroce Romana: vedrai come all'opera sono ancor più gentili.
      Non risposi verbo. Il mio cuore scoppiava. Allora Claudia volgendosi verso di me, l'aspetto sarcastico e la voce severa, soggiunse:
      - Ebreo, la prima sera che mi hai veduta, a cena, hai osato appoggiare le tue labbra sopra un riccio dei miei capelli. Ho cercato a lungo la maniera d'esprimerti il piacere che ne provai. Ho trovato l'equivalente del tuo bacio. Gioia per gioia.
      Il lorarium apparve portando Ida nelle sue braccia. Volli alzarmi. Le otto mani degli schiavi liburniani che stavano dietro la mia sedia m'inchiodarono immobile. Volli parlare; un mondo di maledizioni, d'ingiurie, d'imprecazioni, di parole di disprezzo, si precipitò sulla mia lingua: ma questa restò paralizzata. La mia vita scoppiava nei miei occhi.
      Il lorarium portò Ida presso al vivajo, e con un sol colpo di mano le strappò tutti i suoi vestiti, e la mise a nudo. Ella gettò un grido che arrivò a Dio nel cielo. Claudia la contemplò impallidendo - ed aveva ben ragione di divenir pallida.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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