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      Fece un nuovo segno. Il lorarium afferrò la fanciulla, le legò i piedi, e la lanciò nella vasca.
      Quarant'anni sono scorsi da quest'avvenimento. Ho assistito a tutti i disastri che possono colpire un uomo; nulla ormai mi commuove. Eppure descrivendo questa scena, il mio vecchio sangue s'agghiaccia ancora nelle mie vene.
      Appena il corpo d'Ida cadde nel bacino, quelle centinaja di serpenti, come in un sol gruppo, si scagliarono sopra di lui. Ida si rialzò, e tentò di star in piedi. L'acqua la copriva fino al petto. Cominciò a strappar colle sue161 mani le murene che, come enormi sanguisughe, le si attaccarono con la bocca tutta aperta, formando un disco armato di succhiatoj, e la morsero. Le sue mani scivolavano su quei corpi glutinosi, il cui contatto e la cui vista le cagionavano più orrore che il suo sangue stesso, il quale scorreva da ogni parte sulla sua carne che era maciullata. Ella non gridò. Un gemito sordo, profondo, inarticolato, sfuggiva a sua insaputa dalla sua gola, col suo respiro rantoloso. Per una murena che riesciva a staccarsi dal corpo con un lembo di carne, dieci se le slanciavano alle braccia, al petto, al collo. Gli occhi dilatati schizzavano dalle orbite. I muscoli del viso si contorcevano come quelli d'una isterica. Le murene sprofondavano le loro teste acute nel suo corpo, e l'allacciavano, come potevano, delle loro spire poco flessibili.
      Ida ricadeva e spariva sotto l'acqua per un istante; poi si rilevava. Il suo collo, le sue guancie erano state invase e morsicate.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





Ida