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      XX.
     
      La levatrice entrò e disse a Maria: Coricatevi, perchè una grande prova si prepara per voi. E quando Salomè l'ebbe toccata nel luogo proprio, uscì gridando: Sventurata me, empia e perfida, perchè ho tentato il Dio vivente, ed ecco che la mia mano (bruciante di fuoco) cade dal mio braccio. Poi ella si genuflettè innanzi a Dio e disse: Dio dei padri nostri, sovvengavi di me, perchè io mi sono della razza di Abramo, di Isacco e di Giacobbe; io non mi disonorerò innanzi ai figli d'Israello; ma restituitemi ai miei parenti; perchè voi sapete, Signore, che gli era in vostro nome che io adoperavo tutte le mie cure (e le mie vocazioni) e da voi ricevevo la mia ricompensa. Allora l'Angelo del Signore si presenta a lei e dice: Salomè, Salomè, il Signore vi ha esaudita; presentate la vostra mano al bambino e portatelo; egli sarà per voi salute e gioia. Salomè si avvicinò e lo portò, dicendo: L'adorerò perchè è desso il gran re nato in Israello. Ed avendo portato l'infante, di un tratto Salomè fu guarita, e la levatrice uscì dalla caverna giustificata. Ed ecco che una voce le dice: Non annunziate le grandi cose che avete viste fino a che il bambino non entri in Gerusalemme. E Salomè si ritirò giustificata.
     
     
     
      Nota B.
     
      Ciò che segue è estratto dal Vangelo di Nicodemo, o attribuito a questo discepolo, che attestò principalmente la passione e la resurrezione del rabbì di Nazareth. Egli non è naturalmente d'accordo con Giuda. Noi avremo date per tal modo le due versioni; il lettore sceglierà, secondo il suo spirito.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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