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      Il terzo partito non isdegna le alleanze; ma esso vuole una buona amicizia con tutti ed esser vassallo di nessuno. Ecco il programma di Depretis, uno dei capi principali del partito - programma che avrà probabilmente colorato ed accentuato un po' più, ora che passa per duce della sinistra.
      Il marchese Pepoli vi aggiunge il suffragio universale e l'alleanza offensiva e difensiva con la Francia. Il generale Lamarmora ne toglie via il mobilizzamento della guardia cittadina. E Ratazzi addolcisce tutto ciò con quel tatto che danno la pratica e la comprensione degli affari.
      Voi vedete che il terzo partito non ha nulla inventato, e sopra tutto, che esso non è affatto rivoluzionario - grazie a Dio! Io vi ho indicato così i quattro uomini che formano le quattro gradazioni di tinte di questo partito.
      Quanto al generale Lamarmora, l'ho nominato pro memoria, e l'ho classificato in questo partito, perchè esso se ne onora. Ma egli è stato ministro per nove anni con Cavour e lo sarebbe stato di nuovo all'indomani che il general Fanti lasciò il portafoglio della guerra, se Cavour si fosse trovato fra' vivi e glielo avesse proposto.
      Il presidente della Camera sarebbe entrato anch'egli benissimo in una combinazione ministeriale con Cavour - chi sa? forse anche con Ricasoli - senza imporre loro, come si crede ingenuamente da troppo ingenui - senza imporre loro, dico, per forza la compagnia obbligata di Pepoli e Depretis - e questi signori l'imiterebbero senza dubbio, anche col sacrificio della Guardia mobile e del suffragio universale.


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I moribondi di Palazzo Carignano
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Perelli Milano
1862 pagine 170

   





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