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      Egli seppe resistere alle piaggierie degli arciduchi - che che se ne sia susurrato in contrario, ed a causa di ciò, quando il conte di Cavour concepì l'idea dei Ministeri topografici, ei destinò il signor Jacini per quella famosa sinecure dell'agricoltura e del commercio, e poscia per il portafogli più importante dei lavori pubblici. Il signor Jacini appartiene a quel piccolo gruppo di innocenti dottrinali lombardi, che sieggono alla sinistra - detta la chiesa della Perseveranza, e di cui parlerò più tardi. Egli è competente in fatto di quistioni economiche e di lavori pubblici, ma, si dice, egli si reputa troppo competente - quasi maestro. Il signor Jacini, del resto, non si mostra mica sovente, nella discussione, da uomo che si riserva.
      A canto a lui tiensi l'ex-ministro Vegezzi, vecchio flemmatico, che non ha rinunziato a rientrare agli affari, quando l'ora gli suonerà opportuna. Egli ha ricusato per ora il portafogli della giustizia, e deplora, senza potersi consolare, come Calipso della partenza dì Ulisse, la partenza per Atene del suo amico vicino il conte Mamiani.
      Un altro ex-ministro, il signor Corsi, resta intrepido al suo posto e non sogna più, a quanto pare, del paradiso perduto, che non erasi data la pena di guadagnare, nè si curò di conservare. Egli accompagna dei suoi voti e del suo voto il vascello che conduce Ricasoli e la sua fortuna. Se vi segnalo il signor Corsi tra i 350 membri della maggioranza, egli è perchè egli ha un valore incontestabile.
      Passiamo su Raeli, su Menotti, il solitario della destra, su Busacca, un buon economista, su Bertolami, intelligenza viva, ornata, facile, ma vaporosa; su Gustavo di Cavour, nobile e fiero carattere, intelletto colto, ma corto, ultramontano; su Alfieri, il quale par soccombere sotto il nome che porta ed il nome di Cavour che crede gravitargli su per alleanza, luogotenente di Chiaves, e fino fiore dell'egemonia piemontese, cattolico, spirito in ritardo con delle velleità di diventar capofila; passiamo sull'ammiraglio Persano, il valente bombardatore di Ancona e di Gaeta, sempre pronto a spandere i suoi lumi sugli affari della marina, e non imponendosi mai.


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I moribondi di Palazzo Carignano
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Perelli Milano
1862 pagine 170

   





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