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      Alcune settimane dopo, il giudice signorile raccontava che il colonnello conte di Schaffner, d'un circondario siculo presso la frontiera della Moldavia, era stato ucciso alla sua porta, una sera, con un colpo di pistola, e che la giustizia non aveva ancora trovato l'assassino.
      Questo fu tutto.
      La giustizia austriaca non è mai stata fortunata in que' paesi dei Confini militari.
      Passarono tre anni. La fortuna ci sorrideva. Mio padre era jobbagy, cioè colono del principe Nyraczi, e possedeva un quarto di sessione, cioè un pezzo di sedici jugeri di terra arativa, sei di prateria e quattro di pascolo, con una casa ed un orto, per i quali pagava un livello annuo di ventiquattro giorni di lavoro col bestiame, due fiorini di tassa, la nona parte al signore, senza contare la decima ai preti. Prosperavamo.
      Io toccava i diciannove anni.
      Una storditezza ci precipitò nell'abisso.
      Era una domenica del mese di ottobre. Io indossava un bel costume di contadino magiaro: cioè una bella camicia a larghe maniche increspate; un panciotto a bottoni d'argento; un calzone largo color azzurro chiaro, ricadente sugli stivali alti fino alle ginocchia; un mantello con maniche, di lana bianca, ricamato a colori vivaci, adornato d'astrakan e di bei fermagli d'argento, gettato sulle spalle, e tenuto al petto da una catena di acciaio. Avevo sul capo una magnifica berretta di panno color viola, orlata pure d'astrakan con una penna di falco. Passavo per un bel giovine. Questa parola, almeno, era su tutte le labbra, e mi faceva già palpitare quando era pronunziata dalla bocca di una ragazza.


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Le notti degli emigrati a Londra
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1872 pagine 346

   





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