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      Wetter, che aveva elaborato il piano di campagna, cadde malato, e Görgey ebbe infine la felicità ineffabile di essere investito del comando supremo, così ardentemente ambito. Kossuth m'inviò nuovamente presso di lui come ajutante di campo. Ma di già Görgey mi faceva l'onore di odiarmi, sapendo come io adorassi Bem, e come ne parlassi cogli ufficiali di stato-maggiore. Egli mi ricevette molto male, quantunque gli fossi presentato dallo stesso Kossuth, che venne al campo. Görgey mi rivolse appena la parola, e mi diede poi degli ordini calcolati per sacrificarmi. Le ferite non mi mancarono certo.
      Gaspar esordì col battere Schlick a Hatvon. Klapka e Damjanich misero in fuga Jellachich a Tapio-Bicske, e gli fecero subire delle perdite considerevoli. Finalmente, il 6 aprile, tutto l'esercito si trovò in presenza degli Austriaci a Isaszeg. L'inimico era più forte di un terzo, occupava delle alture boscose, ed aveva alle spalle una foresta. Klapka cominciò l'attacco. Damjanich gli venne in ajuto, e tutti e due non avevano di fronte che il corpo di Jellachich, appostato sulle alture, dinanzi e dietro Isaszeg. A tre ore arrivò il corpo d'armata sotto gli ordini di Windischgraetz, e Damjanich fu investito di fianco da Schlick. 14,000 Ungheresi tenevano testa a 30,000 Austriaci. L'ala sinistra, comandata da Klapka, già piegava. Damjanich teneva fermo alla diritta. A quattr'ore arrivò Görgey, e prese la direzione della battaglia. Ciò malgrado, gli Ungheresi si ripiegavano.
      Ad una lega di distanza, accampavano due corpi del nostro esercito.


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Le notti degli emigrati a Londra
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1872 pagine 346

   





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