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      Gaspar con 16,000 uomini da una parte, Aulich dall'altra con 8,000 uomini, 1000 cavalli e 38 cannoni. I due capi udivano, fino dal mezzogiorno, la voce del cannone. Gaspar restò immobile, attendendo un ordine che lo chiamasse. Io, spontaneo, mi slanciai verso Aulich, per sollecitarlo a venire al nostro soccorso. Ma egli era già in marcia, senza essere invitato, ed arrivò come Desaix a Marengo, a cinque ore, per decidere della battaglia. La vittoria fu completa. Kossuth era presente. Io fui ferito al capo da una scheggia di mitraglia.
      Tre giorni dopo, il 9 aprile, Damjanich e Klapka rompevano Götz alla testa di 12,000 uomini a Vacz; dieci giorni dopo, il 19, questi due stessi generali, con 18,000 uomini, vincevano la battaglia di Nagy-Sarlo(3), ove il generale Wohlgemuth comandava a 26,000 Austriaci. Görgey non si allontanò dal suo quartier generale di Leva. Si marciò in avanti per sbloccare Comorn, e vi si riesci dopo due ore di combattimento. Görgey arrivò alla sera. Gaspar, secondo la sua abitudine, non arrivò punto. Gli Austriaci avevano abbandonato Pesth, e si ritiravano su Vienna per la via di Raab. Görgey avrebbe dovuto inseguirli, e rientrare con loro, o prima di loro, nella capitale degli Absburghi. Egli preferì ritornar sui suoi passi per cacciare la guarnigione austriaca da Buda, ove si era rinchiusa.
      Nel frattempo, un grande atto si compieva a Debreczin, un gran delitto a Vienna.
      L'Austria infliggeva a sè stessa il disonore d'invocare l'assistenza della Russia - ed era un ungherese, il conte Enrico Zichy, che accettava l'infamia di andare a chiedere il soccorso dello czar.


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Le notti degli emigrati a Londra
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1872 pagine 346

   





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