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      Bem aveva subito già due altre disfatte presso Teke, malgrado i prodigi che seppe fare con poche centinaia d'uomini, circondati dai Cosacchi, come il mare circonda un'isola. Nondimeno corremmo nel paese siculo a dar battaglia a Clam-Gallas. Vincemmo due giorni di seguito, il 21 e 22 luglio, poi con 2,500 uomini entrammo in Valacchia per fare una diversione ai Russi. I Moldo-Valacchi non risposero alla nostra chiamata, quantunque l'avessero promesso, e ritornammo sui nostri passi.
      Nell'andare, avevamo molto maltrattato i Russi che volevano tagliarci la strada. Al ritorno, Lüders accampava già in Segesvar, quando Bem venne, poco lungi dalla città, a dargli battaglia. Ai primi colpi di cannone, egli fu ferito e rovesciato in un fosso. Non potendo più stare a cavallo a causa della sua prima ferita, Bem comandava correndo in una piccola vettura tirata da due focosi inkers attaccati all'ungherese, con delle bardature chiamate csalang, da cui pendono da tutte le parti dei cuoi adornati da piastrine di ottone e da piccole strisce di panno pavonazzo come nappe. Vettura, cocchiere, cavalli e padrone furono rovesciati nel ruscello fangoso. Bem vi si tenne quatto a tutta prima. Poi, strisciando nella belletta, andò a nascondersi fino alla notte nelle paludi. Io feci tutto il possibile per scacciare i Russi da quel sito. Mettendo in esecuzione quella eterna manovra di respingere i Cosacchi, ebbi il terribile spettacolo, che non può più cancellarsi dai miei occhi: la morte di Petöfy.
      Egli caricava, alla sua volta, con una dozzina di ussari leggieri.


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Le notti degli emigrati a Londra
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1872 pagine 346

   





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