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      Potete immaginarvi quindi se dovessero rassegnarsi alla mia risposta ed al mio silenzio. Tutto quello che io potei soggiungere per confermare la mia spiegazione, non valse che a consolidare il sospetto. Occorreva quindi trovare il mezzo di farmi parlare a mio malgrado.
     
     
     
      IV.
     
      Ciò che v'ha di terribile in tutte le istruzioni criminali si è che il giudice vi arriva sempre imbevuto di una convinzione, cui si sforza di realizzare, come il matematico si mette a provare il problema che si è proposto. Le mie ragioni non ebbero dunque alcun valore. Si trattava omai di strapparmi, in qualunque modo, delle confessioni, che venissero a confermare l'opinione prestabilita dalla Commissione dello stato d'assedio. Ecco il suo còmpito. Ora il Corpo della polizia e quello della magistratura in Russia si servono di una quantità di mezzi più o meno terribili per isciogliere lo scilinguagnolo ed anche nel senso che meglio loro aggrada. Questa procedura si riassume in una parola: la tortura.
      - Vi accordo ventiquattr'ore di riflessione, mi disse il colonnello presidente. Se domani voi persistete a tacere, sappiate che noi abbiamo il potere di fare per lo meno gridare queglino che non vogliono parlare.
      - Signor presidente, io parlo; ma non è colpa mia, se non posso accettare il linguaggio che m'imponete.
      Mi ricondussero alla mia secreta. Era mezzogiorno. Vi ho detto che quel buco non aveva altra apertura che un piccolo abaino praticato nella porta, pel quale filtrava un'aria mefitica e la luce d'una lanterna, accesa notte e giorno all'altra estremità del corridojo.


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Le notti degli emigrati a Londra
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1872 pagine 346

   





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