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      - La cellula era rischiarata dalla lucerna del carceriere. Ci volgemmo verso il gruppo delle due creature, che avevamo fulminate. La madre ed il figlio si tenevano allacciati nelle braccia l'uno dell'altra, bocca a bocca, cuore su cuore. L'ispettore li scorse, e non ricevette risposta... Dio nella sua misericordia infinita avrà perdonato a mia madre! Fu un grido di terrore, che scappò da tutte le bocche.
      Tre giorni dopo, io partiva per la Siberia, "la terra dalla quale non si ritorna più!"
      La Commissione dei calligrafi avendo constatata la verità del mio racconto, mio fratello aveva ottenuto dal granduca Costantino la commutazione della pena di morte, pronunziata dal Consiglio di guerra, in quella della deportazione a perpetuità e cinque anni di lavori forzati in Siberia.
     
     
     
      V.
     
      Ciò che mi aveva maggiormente afflitto nella mia sentenza era la degradazione dalla nobiltà. Io sono poco democratico. Non disprezzo il popolo, ma amo meglio innalzarlo fino a me coll'istruzione e col lavoro che discendere fino a lui, abdicando una parte di me stesso. Pure, siccome l'applicazione della pena non principiava che dal giorno del mio arrivo a destinazione, così io godeva ancora de' due privilegi della nobiltà russa: l'esenzione dai castighi corporali, e il non esser condotto in Siberia per convoglio.
      Il convoglio è una carovana di cento a duecento cinquanta condannati di ogni specie, riuniti sotto la sorveglianza dei soldati e di qualche Cosacco. Fanno il viaggio a piedi, incatenati a due a due, colle mani o col piede, ad una catena comune a tutti.


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Le notti degli emigrati a Londra
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1872 pagine 346

   





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