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      Ma, insomma, poichè vi hanno condannato ai lavori forzati, e che vi hanno destinato alle miniere che io fo esplorare, proviamo, io di piacervi, voi di essermi utile. Quale è dunque l'occupazione che io posso darvi? Cosa sapete fare?
      - Non so far nulla, e posso far tutto. Scegliete voi stesso. So il francese, l'inglese, il tedesco. Parlo il russo come voi. Scrivo tutte codeste lingue. Conosco benissimo la scrittura, la scherma, la musica, il disegno, persino la pittura. Ebbi, per dirigere i miei studii, un uomo che diceva: bisogna imparare dapprima le cose utili per sè e per gli altri - ed ei m'insegnò la storia naturale, la botanica, la(26) geologia, la chimica, la fisica, la meccanica, le matematiche, l'economia politica, la storia.... Restammo lì. La rivoluzione mi chiamò.
      - Come? avete tutto codesto nel vostro capo, e sareste ridotto a non servirvi che delle vostre braccia? No, no, io non penso che ciò sia giusto. Abbandonerete la miniera. E' mi sembra impossibile che il governatore della Siberia orientale non trovi qualche cosa a farvi fare, non fosse che chiamarvi a suonare i valzer sul piano della signora Jukowski per far danzare le sue figliuole! Infrattanto, vi prendo come mio secretario fino ad Yrkutsk. Ho non poche carte da mettere in ordine, e son dietro a redigere una memoria per lo Czar. Voi vi caverete di questa bisogna meglio di me, poichè voi siete economista, geologo e botanico.....
      - Io non ho lo stile imperiale, signore: ve ne prevengo.
      - Lo ritoccherò io. D'altronde non si tratta di suppliche.


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Le notti degli emigrati a Londra
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1872 pagine 346

   





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