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      I brani di carne volavano all'aria.... A un tratto, un grugnito formidabile risuonò di fianco a noi, sul limitare della selva. Erano due orsi, uno bruno ed uno grigio.
      - Ah perchè non siete arrivati prima - gridò Metek con una voce di rimprovero, arringando gli orsi - briganti.... vigliacchi...
      E non continuò la sua frase...
     
     
     
      IX.
     
      I lupi, incomodamente interrotti nel loro festino da quei parassiti intrusi, che venivano ad imporsi al banchetto senza aver sostenuta la battaglia, fecero voltafaccia all'istante. Gli orsi retrocessero di qualche passo, e si addossarono ad un macigno, onde avere le spalle sicure; poi si assisero sulle lacche, sporgendo la gola aperta ed incrociando sul petto le loro zampe anteriori. I lupi si spiegarono in mezzo cerchio intorno ai loro nemici, alla distanza di tre quattro metri. Noi restammo indietro, spettatori attoniti, in mezzo a quell'immenso macello. I combattenti dei due campi si squadravano: i lupi invitando gli orsi a prender l'iniziativa, provocandoli coi ringhi quasi beffardi; gli orsi aspettando con pazienza che la flemma dei loro nemici si esaurisse. Non erano essi padroni del tempo e dello spazio? Un nugolo di corvi calò sui rami degli alberi, e sembrava incoraggiare, coll'orrido gracchiare, la collera sorda dei combattenti. Una doppia fila di volpi si costituiva spettatrice in distanza, senza muoversi, neutrale. Gli orsi tennero fermo. I lupi, aizzati forse dalia fame o più esasperati, perdettero la pazienza. Qualcuno dei più arditi saltò sui due pilastri di carne e di pelle, che li sorvegliavano.


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Le notti degli emigrati a Londra
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1872 pagine 346

   





Metek