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      Arrivavano dunque terribilmente affamati ed esasperati da un digiuno di due mesi. Noi restammo a considerarli, ma sotto le armi. Li avevamo soccorsi, perchè i lupi li avrebbero infallibilmente divorati, dopo aver mangiato le due renne - tanto poca cosa allo spaventevole loro appetito - , ma non eravamo punto rassicurati sulle buone intenzioni dei nostri alleati. Certi alleati sono più a temere che i nemici stessi - e noi Polacchi ne sappiamo qualche cosa. L'orso bruno si rimpinzava di carne con voracità. L'orso grigio sceglieva i suoi bocconi, li mangiava più lentamente, più pulitamente, con una certa voluttà. Esso era immenso. Quando l'orso bruno fu sazio, sbadigliò, volse le spalle, e s'inselvò nelle macchie. L'orso grigio, invece, si sedè sulle sue lacche, e cominciò a dondolarsi, guardandoci. Si sarebbe detto che, alla frutta, esso avesse voglia di chiacchiere.
      Voi sapete che l'orso grigio si nutre di vegetabili, e di pesce, anzichè di carne; non è feroce, al punto che gli Ostiaki della Siberia occidentale, al principio dell'inverno, li menano a Berezoff in branchi considerevoli, e la carne loro si vende ai beccaj mentre la pelle è destinata al commercio delle pellicce. L'orso grigio è dolce, intelligente, socievole, e sopratutto, quando è sazio o quando qualcuno s'incarica di nutrirlo, esso può divenire un animale domestico molto utile. Il nostro orso grigio aveva probabilmente ronzato attorno alle yurte degli indigeni, ed erasi familiarizzato all'aspetto dell'uomo.
      - Noi stiamo per giocare la vita, mi disse Metek basso all'orecchio: ma, se Dio ci aiuta, siamo forse salvi.


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Le notti degli emigrati a Londra
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1872 pagine 346

   





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