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      Esempio la Finlandia, la quale, al tempo delle guerre napoleoniche ed all'occasione delle rivoluzioni polacche, avrebbe potuto tentare di distaccarsi, e fece, al contrario, causa comune con il capo della razza. I Principati Danubiani, malgrado l'autonomia che fu loro regalata, e checchè il partito governativo rumeno ne dica, rimpiangono e desiderano la Russia.
      Le risorse della civiltà russa sono inesauribili. La Germania e l'Inghilterra hanno raggiunto il loro sviluppo, nel circolo ristretto che la natura loro tracciò. La Russia, al contrario, è al suo inizio. Essa può accrescere a volontà l'estensione del suo territorio dal lato della Cina e del Giappone, ed accelerare la fecondità della sua popolazione mediante la ricchezza interna dell'Impero, essenzialmente agricolo, e favorito egualmente su tutti i punti per essere altresì industriale. Il suo immenso territorio riunisce tutte le diversità di clima; è proprio ad ogni sorte di produzione utile. L'Impero russo è bagnato dai più bei fiumi del mondo, quasi tutti navigabili, che, aspettando la rete delle ferrovie, possono costituire linee di comunicazioni facili e poco costose del nord dell'Europa col centro dell'Asia e le frontiere della Cina. La Russia ha posto per tutti e per ogni mestiere.
      All'esteriore, essa ne impone. Ma sopra tutto la è inviolabile in casa sua. Napoleone penetrò fino a Mosca; la Francia e l'Inghilterra hanno bombardato Sebastopoli. E poi? Si umiliò un uomo, il quale si suicidò, ma non si graffiò neppure l'epidermide della nazione.


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Le notti degli emigrati a Londra
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1872 pagine 346

   





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