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      Ma la Russia spiegherà in Polonia altresì, senza ostacolo, il suo istinto di razza: sostituire, cioè, il mondo slavo al mondo occidentale. In Polonia pure, la Russia non vorrà vedere sommerso, sotto la petulanza oligarchica della nobiltà polacca ed a suo unico profitto, quello tzarismo che ha salvata, costrutta, rilevata, costituita, fatta grande e potente la razza slava.
      La Polonia deve essere il Piemonte, la Prussia del mondo slavo. Per conseguenza, la non deve mettersi in lotta con i russi, che sono i suoi strumenti, i suoi complici, i suoi associati, i suoi co-interessati. I polacchi debbono portare, entrando nella famiglia, la rivoluzione in Russia, non accendere la rivoluzione in casa propria. La rivoluzione in casa è una ribellione: ed i russi la spezzano e spengono nel sangue. La rivoluzione in Russia è un'opera di salute comune; ed i russi la salutano.
      Rompere lo tzarismo quale è al presente, ecco dove deve mirar la Polonia - ed in hoc signo vincis. I polacchi vogliono una patria: ciò è giusto, ciò è bello. Ma prima di essere cittadino di qualche contrada, gli è mestieri esser uomo. Ora, non si è uomo che per la libertà. Dunque, guerra allo tzarismo! Su questo terreno, polacchi e russi sono fratelli. Ma perchè il russo riconosca questo fratello, e che ne accetti lo aiuto e l'iniziativa nell'opera comune dell'affrancamento politico - come gl'italiani accettarono l'opera del Piemonte - gli è d'uopo che il polacco cessi di esser polacco e nemico e che si fonda nella razza slava rappresentata dalla Russia, come il piemontese si fuse nel popolo della sua razza.


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Le notti degli emigrati a Londra
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1872 pagine 346

   





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