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      - Da scomunicato.
      - Da cristiano e da guerriero, senza rimorsi e senza paura, grida Baccelardo. Poi continua:
      - I Normanni, accoltisi di nuovo a dieta, eleggono conte suo fratello Drogone. In quel tomo di tempo vennero gli altri figliuoli di Tancredi d'Altavilla. Umfredo padre mio, e maggiore tra i figli del secondo letto di Tancredi, fu creato conte. Roberto, che poscia per sua scaltrezza e perfidia addimandarono Guiscardo, fu mandato a sostenersi nella fortezza di San Marco in Calabria.
      - E di chi era quel paese, ser cavaliere, se Dio vi aiuta? domanda una voce con accento commosso.
      - Di Dio e di chi lo prendeva, riprende Baccelardo, perochè erano terre occupate da vili, ed i vili non meritano una patria.
      «Enrico III intanto scendeva in Italia tra per assicurarsi la dipendenza dei Normanni, che conquistavano paese nelle provincie dell'impero, tra per mettere freno alle ribalderie dei romani pontefici che tre in una volta regnavano dentro Roma. Composte le cose dei papi, eleggendone un quarto, Enrico cavalca sopra Capua. Drogone conte di Puglia e Rainulfo conte di Aversa gli fanno quivi riverenza, e lo donano di cavalli e danari. In ricambio hanno investitura del paese conquistato sulle terre imperiali.
      - Quella del papa non bastava dunque loro, domanda balbettando un membro dell'assemblea.
      - Esse avevan tutte lo stesso valore, risponde Baccelardo. La investitura vera la tenevano dalle loro spade. Infrattanto i Pugliesi ribellati uccidevano molti Normanni a tradimento e facevano assassinare l'istesso conte Drogone dal suo compare Riso, mentre entrava nella chiesa di Montoglio ad udir messa.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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