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      Egli non avrà limite nel mio amore. È priore di Lacedonia per dono di Enrico imperatore; per volere del papa sarà arcivescovo di Ravenna, che adesso appunto quel bravo prelato è morto.
      - Ma il vescovado di Ravenna provvede pure l'imperatore.
      - Donna, figgiti bene nella mente che sulla terra non v'ha più oggimai che un potere, e questo è quello del pontefice; che sulla terra non v'ha più che un nome, e questo è quello del papa. Un altro ordine di cose è cominciato. I vescovadi, i troni non esistono che nel pugno del papa. Egli li dà, egli li toglie. Dirai adunque a quel priore che lasci la scellerata vita che ha condotta finora, che abbandoni le bandiere dell'Amalacita Guiscardo, e torni a me.
      - Ma.... interrompe Alberada.
      - Ascolta, continua Ildebrando. Ti manderò in oratore a Salerno con l'abate di Cluny. Colà troverai destro abboccarti con Guiberto, perchè metterò ordine al principe Gisulfo comprare la pace a qualsiasi condizione, così Guiberto non mancherà neppure ai patti del duca di Puglia e di Calabria. Io non voglio che sia disonorato colui cui penso fare mio ornamento. Tu dunque spiegherai tutte le seduzioni, tutto il potere che egli in te riconosce e sente fatalmente, perchè Guiberto ritorni a me. Con lui riederai anche tu, cui non preparo minori dovizie di grandezze e di glorie. Io insomma non segno limite alle vostre ambizioni, se nella mia carità e nella mia affezione riporrete fiducia....
      - E se si verificasse il contrario?
      - Ah! se si verificasse il contrario? mormora Ildebrando pensieroso.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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