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      Ma non voglia però, bella duchessa, punirmene col negarsi di afforzare le mie parole di pace tra monsignore suo marito ed il principe; da poichè vado sicuro che entrambi non saprebbero resistere ai voleri della più bella e valorosa dama di cristianità.
      La duchessa pianta fitti gli occhi addosso all'abate per comprendere netto il valore di quello scipito complimento, e tace. Roberto risponde:
      - Giacchè dunque il santo padre conosce come noi fossimo stati tirati pei capelli a questa guerra, perchè piuttosto a noi si dirige che al principe?
      - Si dirige innanzi a voi, messer duca, sapendovi tanto meglio inchinevole agli accomodamenti quanto mal volentieri vi recaste a queste ostilità: ed inoltre, perchè da voi debbonsi cominciare le pratiche con accordare tre giorni o quattro di tregua, a principiare da domani, onde noi potessimo penetrare nella città e dar iniziamento ai negoziati. Infine, perchè voi pel primo dovete dettare a quali condizioni consentite togliere l'assedio dalla città e ristabilire la pace.
      - Avete ragione, messer abate. Il papa ha calcolato da accorto uomo mandandovi a noi primamente. Bene sta. Noi dunque accordiamo la tregua dimandata; quantunque tutto avessimo disposto onde tormentare di tale assalto le omai poco solide mura, che non sapremmo se avessero ancora potuto reggere all'aspro travaglio. I patti poi della tolta dell'assedio saranno i seguenti - Monsignor di Bovino, soggiunge Guiscardo volgendosi a costui, datevi la pena di scriverli, perchè sbaglio non cada nè sulla validità di essi, nè sulle nostre intenzioni, che per nulla mai verranno mutate.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





Bovino Guiscardo