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      Christe eleison! La sua faccia però non è quella di un contrito. Kirie eleison! Ricusare anche un gotto! Christe eleison! - io me ne intendo di queste botti: gran peccatore! pingue furfante!
      - Il brav'uomo che era quel portinaio, soggiunge l'arcivescovo. In un mese che passai a Cluny mi fece cotto quarantadue volte.
      - Ne abbiamo fatto un santo dell'ordine, sclama l'abate, e Dio l'ha nel suo seno. Poi continua:
      »Il priore infatti arrivò la sera, ma infermo. Il primo suo pensiero fu di andare a ringraziare s. Benedetto del prospero esito della sua spedizione, poi di cercare il letto.
      »Al domani la chiesa rigurgitava di gente per contemplare la cerimonia di quattro o cinque novizi che profferivano il voto. Un sacerdote celebrò la messa. Finito l'evangelo i novizi si trassero avanti l'altare. Allora dall'attigua sacrestia uscì un frate col capperuccio calato per ricevere le loro promesse.
      - Ah ci siamo, dice la principessa, io rabbrividisco di già.
      - E vi è di che, riprende l'abate. Tutto il popolo infatti aveva assistito con divozione alla messa; ma con più fervore di tutti, giusto là presso ai balaustri di marmo del coro, avevano fissato un cavaliero che della fronte piegata nelle mani, immobile, fervoroso come un santo, aveva orato senza distogliersi mai.
      - Birbo di santo! dice l'arcivescovo.
      - Appena però si comincia la funzione della professione egli leva la testa. E' sta un momento, un momento solo a squadrare il frate che la compiva, indi di un lancio, come il gattopardo si avventa sulla preda, si avventa su colui, e col pugnale lo trafigge alla nuca.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





Cluny Dio