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      E questi così fittamente si era attaccato al conte Pietro che le sue braccia sembravano immedesimate nel corpo di lui. La corazza si era avvallata sotto la pressione delle braccia, la spina dorsale si era rotta, il conte Pietro era morto.
      Cotal terribile prova fa restar tutti mutoli: e già si prevedeva che il sire di Marigliano sarebbe stato il campione per combattere contro il Normanno. Imperciocchè e' sembrava impossibile potersi dar saggio di vigoria maggiore dei due che Astolfo ne aveva dati.
      Egli si ritira alla tenda, dove aspettavano gli altri tenitori della giostra, ed il corpo di Pietro conte di Atenolfo è menato via dall'arena.
      Gli araldi annunziano Baccelardo duca di Puglia e di Calabria. Perchè questi siffattamente facevasi chiamare, agognando sempre ricuperare gli Stati del padre suo Umfredo da Roberto usurpati.
      Entrò nella lizza Baccelardo vestito di gabbano di velluto scarlatto, avendo in una mano pennoncino dello stesso colore, e dall'altra uno stocco lungo e sfilato somigliante tutto ad uno spiedo. E subito appresso a lui vennero quattro scudieri, che menavano grosso toro nero con la testa bendata, ed un cavallo leardo rotato, svelto, lungo, vispo, che andava saltarellando dietro al palafreniere come un levriere. Baccelardo vi salta sopra e comanda agli scudieri di ritirarsi.
      Egli allora si accosta alla bestia, si piega sul destriero, e con l'elsa a croce dello stocco le strappa la benda. La luce del sole che lo colpisce negli occhi fa restare il toro come stordito.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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