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      Guarda il popolo imbiettato nello steccato con torvo e lento sguardo, fiuta il terreno, e con le zampe comincia a gittarselo alla pancia. Baccelardo prima fa sventolargli innanzi del muso la banderuola rossa, poi lo punge al fianco con lo stocco. Il toro mugnola ferocemente e non si muove. Il cavaliere lo torna a tribulare in pił parti con punture e gli fa ripassare avanti agli occhi il rosso pennoncello. Ma anche questa volta la bestia si contenta di far udire cupo muggito e pestare dei piedi l'arena.
      - Per l'anima mia! sclama Baccelardo, che torpido codardo animale!
      E di bel nuovo forte lo punzecchia. Allora il toro tutto ad un tratto dą un salto dal lato dove egli si trovava e gli va sopra. La presta cavriuola che il giannetto spicca lo sottrae dal colpo cui giusto nel bel mezzo del petto il corno formidabile aveva diretto. Baccelardo fugge per lo steccato, sempre agitando la rossa banderuola, ed il toro lo insegue. Infine questo si ferma e Baccelardo gli torna sopra ad aizzarlo. E la belva novellamente ad inseguirlo sordamente, orribilmente muggendo, ed egli a novellamente fuggire. Ma come il cavaliere si fu accorto da quel muggito sordo e profondo, e dallo scintillare dell'occhio, arroventato come carbone ardente, che il parossismo del furore del toro toccava l'apice, e' si ritragge verso la porta, dove stavano gią presti gli scudieri, con le lance arrestate per difendersi, e di un salto scendendo di cavallo lo consegna loro. Quest'operazione fu l'affare di un minuto. Pure il toro, che all'altra estremitą della lizza lo puntava, incontanente gli corre addosso e si trovarono l'uno a fronte dell'altro.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





Baccelardo Baccelardo