Pagina (131/522)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ed avvegnachè i precetti sublimi dello Stagirita sembrassero talora eterodossi, perchè come il fulmine nasconde la sua luce nelle nuvole, quel filosofo nasconde la sua sapienza tra le tenebre della parola; non pertanto i santi Padri della Chiesa han convenuto, che niuna dottrina meglio si addice alla santità dell'evangelo, i cui proseliti, al dire di s. Giovan Crisostomo, son chiamati fedeli, affinchè mediante il disprezzo del ragionamento umano, alla grandezza della fede si elevassero. Io sovente ho meditate queste sante parole, e della predestinata incomprensibilità di Aristotile mi son persuaso. Pure non resterò mai dall'indagare cosa mai quell'onnipossente intelletto intendesse con l'entelechia e l'univocazione dell'essere. Conciossiachè quel principio impalpabile, incorporeo, etereo non ho saputo giammai conciliare come mai possa essere essenza della forma, ed il constituente dei corpi da cui ricevono organizzazione. Da poichè se è canone di logica che dat nemo quod non habet.....
      E molto Ugone avrebbe seguitato a dire. Ma gli altri quattro commissarii, che vanamente avevano aspettato cavare un construtto da questa cantafera, e che fosse infine venuto ad una conchiusione sul fatto del campione, si tediano, e lasciandolo lì a predicare, si tirano da un lato per giudicare la bisogna fra di loro. In effetti, dopo alquanto di squittinio, e' decisero che:
      «Al principe Gisulfo sarebbe toccato l'onore del combattimento per la città di Salerno e le terre dipendenti dal principato, come quegli che nella nobile lutta ogni altro aveva superato in vigore.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





Stagirita Padri Chiesa Crisostomo Aristotile Ugone Gisulfo Salerno