Pagina (139/522)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Nello stesso tempo e' videro calar giù dalla rocca grossa mano di soldati, con bianca camescia su per la corazza, conducendosi a redina i cavalli, e ragunarsi presso le porte uno stuolo, che dava sul migliaio, di uomini d'armi dello stesso modo divisati. Indi un'altra folla di arcadori, che a mano a mano si attelavano sui baluardi, allogandosi ad ogni merlo e ad ogni bertesca, guarnendo le torri delle porte e tutto lo spianato dei bastioni. Quei poveri soldati ubbriachi, che noi abbiam veduto nel capitolo precedente, guardavano allampanati, non comprendendo qual demonio volesse significare tutto quell'apparato ostile, mentre la tregua spirava il poi domani. Ma il loro stupore non fu lungo. Imperciocchè, non passò guari, e videro comparire il principe Gisulfo in persona, alla testa di un cinquecento cavalli ed un buon migliaio di fantiglia. Egli ordinò: che senza rumor fare si aprissero le porte; che i soldati di guardia vigilassero attenti, e che, nel caso ei fossero inseguiti da quei di fuori, le richiudessero loro alle spalle, appena stessero novellamente riparati tutti dentro; che quei delle mura travagliassero dei mangani e delle frecciate i Normanni, i quali benissimo da loro distinguevansi, perchè non vestiti di bianco; e che il resto dei cittadini e dei militari si tenessero pronti a spalleggiarli, in caso che dimandassero aiuto. Date queste disposizioni, la porta Marina e la porta di Eboli si aprono e Gisulfo col seguito esce.
      Traditorescamente, e contro il sacramento della tregua, questo principe cercava sorprendere con un'incamiciata i Normanni, tra per decidere così guerra terribile, tra per distogliere il duello.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





Gisulfo Normanni Marina Eboli Gisulfo Normanni