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      La massima parte di quella gente, molto sopra il migliaio, stava a servigio di monsignore, ben messa, pulita, con eleganza e con gusto: altri molti si trovavan quivi, essendovi fiera a causa della festa del santo protettore del villaggio.
      Le maestre di cerimonie presentarono l'ospite ghermito(18) al maestro di palazzo di quel barone, il qual maestro di palazzo sedeva appositamente avanti la porta della tenda onde dar provvidenze e comandi, assegnar posti, distribuir danaro ai sott'uffiziali della casa, affinchè niuno rimanesse dimenticato. Il maestro di palazzo accolse di assai gentil garbo Baccelardo, raccomandò il cavallo ai palafrenieri del signore, e lo introdusse nel padiglione perchè potesse gustare dei primi ristori.
      Baccelardo si trovò in uno spazio quadrato di trenta piedi, nel cui mezzo già avevano imbandita la mensa coverta di coppe e di vasoi d'oro e d'argento. Attorno attorno credenze magnifiche cariche di vasellame e di vivande. Ad un angolo, un camino con fuoco acceso vicino a cui novellavano parecchi signori sì ecclesiastici che secolari. Il maestro di palazzo presentò quel cavaliere, come aveva presentato altri ospiti, senza domandargli il nome, sendo ciò contrario alle regole dalla cortesia d'allora, equivalendo in certa guisa alla misura del favore con che bisognava accoglierlo. I signori quivi radunati salutarono officiosamente Baccelardo, sulla di cui fronte maestosa e negli occhi arditi si poteva leggere la nobiltà del legnaggio ed il valore, e gli fecero posto al fuoco di cui il viaggiatore non avea men bisogno che del cibo.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





Baccelardo Baccelardo