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      Essi fecero da prima stridere alcun poco le ribebe, poi, tutto contorcendosi e digrignando, uno dimandò per canto mezzo declamato, mezzo modulato:
     
      Pietro dal naso corto, or dimmi un poco,
      Tu che sei d'ignoranza un precipizio,
      E solamente in trappolare al giocoMostri talvolta un lecco dì giudizio;
      Perché si abbrucia chi si accosta al foco?
      Perché fiutansi i cani a quel servizio?
      E le vecchie han più fregolo di amore?
      E la carne sull'ossa ha più sapore?
     
      A queste burlevoli dimande, Pietro non sta lungamente a considerare. Gli rimanda prima della ribeca suono più fragoroso, indi, contorcendosi delle più sguaiate smancerie e facendo lazzi, risponde:
     
      Come dritto hai del corpo il frontispizioDell'intelletto hai. Godo, anche il vedere:
      Chiedi onde il foco dia crudo supplizio,
      E non sai che la neve ha egual potere?
      Ricorda, tu che hai fatto da novizio,
      Perché i cani si fiutino al sedere;
      Nelle vecchie la frega è rimembranza.
      Son le ossa, a chi ha fame, anche esultanza.
     
      Di poi si trassero avanti altri due giullari ed aprirono Tenzone più invereconda e di spirito più acerbo e plebeo. Noi la risparmiamo alle nostre leggitrici, parendoci già anche troppo di una, accennata per far noto un cotal poco di quai passatempi e di quai lazzi i nostri maggiori rallegrassero le ore di tedio. Gli è vero che baccellieri più culti e tonsurati più dotti usavano altresì Tenzoni che avevano anche ad obbietto quistioni di alta dialettica e di buia e stramba teologia. Talvolta però in queste poetiche pugne discutevansi pensieri di morale o fatti e leggi d'amore.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





Pietro Tenzone Tenzoni