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      Chi con la storia conserva broncio, salti questo capitolo.
      Enrico IV, alla morte del padre Enrico III il Nero era restato fanciullo di cinque anni, sotto la tutela della madre Agnese, e la direzione dei vescovi. L'imperatrice si abbandonò tutta al vescovo Enrico di Augusta. Ella gli abbandonò il governo, e taluni dissero anche la persona. Sia come vuolsi, il favorito stomacò i principi di Lamagna per la sua strabocchevole ambizione e tirannia, e questi, unitisi a consiglio, primi gli arcivescovi Annone di Colonia e Sigofredo da Magonza, trassero dalla loro molti altri e decisero di sottrarre Enrico alla tutela della madre e del cortigiano. Con ingegnoso trovato, che per poco al giovane imperatore non riuscì fatale, l'arcivescovo di Colonia lo tenne nelle sue mani. Ed avvegnachè libero lasciassero le briglie alle passioni di lui, tumultuose, ardenti; pure, perchè severo uomo talvolta quel di Colonia sapeva mostrarsi, venne a fastidio ad Enrico, per tutto sdilinquire a favore di Adalberto arcivescovo di Brema, lo più stravagante ed originale uomo di Germania. Questi, curioso impasto di virtù e di vizii, di grandezze e di buffonerie, lasciava disgocciolare l'imperatore nelle libidini ed in ogni maniera di brutali passioni, onde rassodarsi nel favore di lui e le cariche tornar venderecce, le provincie mettere a ruba, gli onori per sè tutti carpire, i poteri in sè tutti concentrare.
      La nazione intanto si sgruppava dalla soggezione con la quale Enrico III l'aveva avvinta; ed apponendo ogni odio di opere alla corruzione del giovane sovrano, si disuniva per levarsi a tumulto.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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