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      Nel 1073, per la prossima festa di San Pietro e Paolo, Enrico aveva invitati a Goslar i grandi di Sassonia ad una dieta onde consultare di affari del regno. Però come i conti, i duchi, i vescovi, gli arcivescovi, gli abati si erano accolti nel palazzo imperiale all'ora prescritta, fu detto loro di attendere un momento ancora, perchè il re giuocava agli scacchi! Quei signori frementi aspettarono fino al tramonto. Allora un sergente del re comparve ed impose all'assemblea di sciogliersi, perchè Enrico già cavalcava parecchie miglia lontano di Goslar. A tanto affronto, i nobili sassoni non si sarebbero rattenuti dallo scoppiare, se la prudenza del margravio Dedi non li avesse acquetati. Ma la notte si accolsero a clandestino congresso in una chiesa, e quivi, rammentando gli oltraggi inflitti ai nobili, le miserie dei borghigiani, il guasto del paese, l'attentata libertà della patria, ruminando cosa volesse significare la guerra bandita già contro Polonia, stabilirono per loro editto convocare in Nockmeslau il popolo, convenirvi essi stessi, e quivi decidere della fortuna delle provincie.
      Nel dì prefisso, folla immensa di nobili e di plebe vi trasse. Il duca Ottone di Nordheim, che si era allogato a presidente dell'assemblea, salito sur un poggio, pronunciò gravi parole con le quali le miserie del paese descrisse e degli arbitrii stravaganti di Cesare si querelò.
      A quelle franche e magnanime parole si destano altri baroni ed ecclesiastici per accusarlo di più gravi e violenti attentati, e si risolve, o con le armi alla mano perire tutti, o francheggiare la Sassonia di ogni sopruso, e ricusarsi per la spedizione di Polonia.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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