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      Il papa lo segue degli occhi, torvo ed accigliato, poi sclama:
     
      Questo vecchio scapestratoParla proprio da dannato!
      O profeta per pazzia,
      O è villana profezia.
      Entriam dunque in altro buco;
      Venga Balaam col ciuco.
     
      Allora avanzano dal coro due messi del re Balec, che uniti ai vocatores, all'uscio della sacrestia gridano:
      - Veni Balaam et fac!
      E subito si presenta un uomo di grossezza spropositata, a cavallo ad un asino a cui avevan mozze le orecchie e raso il pelo col rasoio. Balaam, del volume del ventre toccava quasi la testa del somaro, mentre le gambe corte e grosse, armati i piedi di formidabili sproni, penzolavano come due salsicciotti. Egli tirava le redini alla bestia, e la frustava e spronava con un'enfasi da strabuzzare gli occhi, e mutare in piombino il rubicondo del volto. Però la restia cavalcatura si avviava alfine, allorchè si presenta un giovanotto armato di spada, che, afferrandola della briglia, la rattiene. Balaam, non volendo udire ragione, diluvia ancora frustate sull'asino, e lo scavezza, e lo sventra per gli sproni; quando questo sgrilla infine e dice:
     
      Ma caparbio, viva dio!
      Vuoi che sgangheri ancor io?
      Non lo vedi che impacciatoM'ha una bestia di soldato?
      Non capisci che sei indegnoDi alcun regno - sopra me;
      Perchè a forza di dietaSon profeta - al par di te?
     
      Balaam a così eloquente filippica del suo ciuco resta percosso e attonito, con la bocca aperta, e si guarda intorno. Quando ecco due angioli che gli danno parecchi forti scappellotti all'occipite. Balaam si rivolge e quelli gli dicono:


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





Balaam Balec Balaam