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      I balestrieri dell'imperatore avrebbero voluto tirarci su; egli nol permise. Solo ci sciolse dietro molti suoi uomini d'armi per righermirci. Infatti mentre noi correvamo così alla perduta ed avevamo quei bracchi alla coda, ecco spuntarci di fronte, al gomito della strada, uno squadrone di cavalieri del duca di Lorena. Sicchè chiusi in mezzo per tal modo dovemmo arrenderci. Quei cavalieri però ci trattarono co' maggiori riguardi, e ci condussero alla presenza del re. Egli, al vedermi, si alza da sedere. Fa anche di più, mi viene incontro e mi stende la mano cui io piegando a terra il ginocchio baciai. Ed e' mi disse:
      - Messer Baccelardo, voi siete bravo ed animoso cavaliere. Le vostre ardite parole e la vostra audace opera ci son piaciute moltissimo, e perciò vi diamo licenza di ritornare ad Ildebrando, con nostre lettere, libero ed onorato. Togliete intanto questa catena di oro, questa spada, e questo pugnale in nostra memoria, ed abbiatevi la imperiale nostra parola che, come avremo aggiustate le cose dell'Alemagna, penseremo altresì ai vostri negozi col duca Guiscardo, che a noi non negherà di obbedire.
      - Mercè, sire, risposi io, codesta è cortesia che supera ogni mia speranza.
      - Noi vi rendiamo giustizia, cavaliere, riprende egli magnanimamente. E perchè abbiate maggior prova del come noi sappiamo far conto dei bravi, vi proponiamo a stanza la nostra corte imperiale, finchè non sarete restituito negli Stati del padre vostro - se ciò vi permettono gli anteriori accordi fra voi ed Ildebrando.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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