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      Gli Italiani sono volubili; e per quanto si mostrino divoti all'impero, non so lusingarmene, conosco che quel freno lor torna insopportabile ed esoso, e spiano l'opportunità di spezzarlo. Sì che, Guiberto, vedete anche voi a qual partito mi rimanga appigliarmi.
      - Sire, replica l'arcivescovo dignitoso, io non so nè vi rispondo della mente dei miei concittadini. Sia però quale si voglia la vostra fortuna, contate, sire, e potete giurare di non fare assegnamenti falliti, contate sulla persona e sulla fedeltà dell'arcivescovo di Ravenna, che vi verrà manco solo con l'ostacolo della morte.
      Enrico gli stringe la mano fortemente, velando gli occhi di una lagrima, poi dopo alcuni minuti di silenzio soggiunge:
      - Monsignore di Ravenna, compiacetevi di presentarmi i miei fedeli di Lombardia.
      Quei signori, ragunati nella sala vicina, lo accolsero con un grido prolungato di applausi e di gioia. Enrico li salutò grazioso, dicendo loro cortesi parole, ringraziandoli della lealtà e divozione che gli mostravano. Essi gli fecero tutti sacramento di essergli fedeli, e di non abbandonar la sua causa per qualunque sfortunato volger di cose. Enrico li ringraziò novellamente; poi alla testa di così brillante corteggio e risoluta truppa partì di Torino per Piacenza. Due giorni dopo vi giungeva anche il re.
      Egli aveva evitato Parma; aveva poi costeggiato l'Enza, ed era venuto a valicarla a Rio di Vico.
      Dopo aver nevicato tutto il dì, verso il tramonto il cielo si era rasserenato. Il sole si coricava come un globo di fuoco.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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