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      Farò così: ma giuro alla Beatissima Vergine di Goslar....
      - Perdonatemi, sire, se ardisco interrompere il vostro giuramento. Non sappia la luce del dì ciò che passa nel fondo della vostra coscienza. Nei tempi che corrono, anche la luce può divenire infedele.
      Ugone di Cluny lo comprese, e gittando un sospiro susurra a voce sommessa:
      - Dio ti perdoni, arcivescovo di Ravenna: da voi ho meritato questa sopruso.
      Enrico strinse la mano di Guiberto e si prestò a Baccelardo che gli scioglieva i calzari ed all'arcivescovo che gli toglieva il mantello. Indi seguì l'abate che, a passo lento e taciturno, precedeva. Giunti innanzi la porta della seconda rampa, la postierla si aprì per lasciare entrare Ugone, il quale recava la novella a Gregorio, e si rinchiuse di nuovo sul volto del re. I frati del cenobio, i prelati rinchiusi nel castello, salmeggiavano dietro i merli della rampa. Enrico restò lungamente, degli occhi accollati a quella porta, immobile, assorbito in una nuvola di nere idee, che gli rinnovellavano i fatti diversi della sua vita come le vedute di un panorama. A tempi lontani, a scene varie egli viaggiò della mente, e considerò quanta improba fosse la natura degli uomini, che solamente nel male debbano star cheti, e ribellarsi ai modi dolci ed alle azioni generose.
      Finalmente, assiderato, si tolse di quella posizione immobile, e conciossiachè passeggiasse sulla neve, cominciò a muoversi per bandire il freddo.
      Intanto erano passate parecchie ore ed alcuno non si vedeva. I piedi arrossiti gli dolevano: il volto egualmente, ma più rosso di sdegno che di freddo; imperciocchè il sangue, a ventisei anni, rigoglioso gli bolliva per le vene.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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