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      La neve ed il vento sembrava che avessero voluto imitare la pertinacia del pontefice, poichè ingagliardivano di giorno in giorno peggio. Avanti la porta delle prime mura si presentò l'abate di Cluny per rinnovellare la cerimonia dei tre giorni precedenti.
      Egli aveva l'aspetto attonito, lo sguardo immobile. Si avanzò al cospetto del re e parlò:
      - Dunque, santo padre, convincetevi che dovete assolvere Enrico, non potendolo condannare all'inferno, perchè l'inferno non ha azione sull'anima. L'anima, ha detto il beato Aristotile, è la forma della materia, ossia l'attività prima del corpo organico, e racchiude la causa sufficiente della facoltà per cui le funzioni vitali si esercitano. Ora siccome tutti i sensi esercitano la loro azione mercè un certo medio, così anche l'anima, la quale ha sede nel fuoco, perchè il senso d'attività va spesso unito col senso del calore. E siccome il cuore ha una natura calda, quivi è la sede dell'anima. Ma nel cuore vi sta ancora l'etere, dunque il medio dell'azione dell'anima è il fuoco, o spirito, o l'etere. E perchè i simili non si distruggono, così l'inferno non distruggerebbe l'anima di Enrico, e dovete assolverlo, e dovete....
      L'imperatore stette attento ad udire dove diavolo l'abate volesse andare a parare con quel ragionamento, che probabilmente era lo stralcio di un discorso da lui tenuto al pontefice; ma non arrivandone a comprender nulla, gli volse le spalle, si nudò, rimase il seguito nel primo atrio, ed entrò.
      Egli aspettava che lo avessero subitamente intromesso.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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