Pagina (391/522)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Quivi il patriarca d'Aquileia gli condusse novella squadra di Lombardi che a loro volta, dopo essere stati tante fiate visitati dai Tedeschi, cercavano a menare le mani nelle terre di loro. Luogotenente di quello squadrone era Baccelardo seguito da un paggio. Egli si presentò al re. Allo scorgerlo, Enrico aggrotta fieramente le ciglia, non avendolo più visto dopo la trista avventura di Guiberto. Baccelardo piega a terra il ginocchio e sommessamente mormora:
      - Sire, io vengo a mettermi a mercè di vostro valore.
      - Alla mercè? per che cosa? dimanda Enrico.
      - Sire, soggiunge Baccelardo, per l'appiccagione dell'arcivescovo di Ravenna, e per avervi lasciato senza torne licenza.
      - Per Nostra Donna di Goslar! sclama Enrico, bisogna dire che tu sii veramente uno scomunicato, che ti imbratti così per gioco le mani nel sangue degli unti!
      - Vi dimando perdono, sire, se oso appormi che non fu mica per giuoco.
      - E perchè dunque, messere, se Dio ti aiuti?
      - Sire, un uomo che è scomparso dalla faccia della terra come fuoco fatuo, quasi per testamento mi aveva confidata una giovane che apparteneva a nobile famiglia d'Italia, onde l'avessi protetta e le fossi stato amico e fratello. Nel metter piede nelle vostre stanze, sire, trovo questa donna dinoccolata dal lungo dibattersi, svenuta fra le braccia dell'arcivescovo. Lo sdegno mi acceca; e cedendo ad un impeto primo lo assalto, lo ferisco, lo disarmo, lo prostro, e stringendogli la gola col balteo della mia spada, non tanto forte veramente, l'appendo al camino.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





Aquileia Lombardi Tedeschi Baccelardo Enrico Guiberto Enrico Baccelardo Ravenna Nostra Donna Goslar Enrico Dio Italia