Pagina (421/522)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - Io non sono del vostro avviso, messer Ugoccione. Del resto ciascuno ha un cervello per regolare il fatto suo: io me ne spicco di mezzo. Vi pregherei solo a non esser corrivo ai partiti estremi ed attendere anche un giorno. Chi sa, per me bisogna proprio dire che questo caparbio vecchio mi abbia stregato.
      E sì dicendo, lasciava il capitano e si dirigeva alle prigioni.
      Cercò da prima il carceriere, il quale, come ebbe udito l'ordine suo, gli presentò il mazzo delle chiavi. Oddo col pugnale ruppe il cordone che le univa, e sceltane una, dette le altre a Gano, conchiudendo:
      - Sicchè hai capito? Mi stai così minchione minchione a guardare quasi io fossi piovuto dal terzo cielo come s. Paolo. Farai uscire i cattivi allo scoccare della campana di mezzodì, e li condurrai nella corte.
      Gano si gratta il naso con un fare stufo e balordo, poi risponde:
      - Ho capito sì, messer castellano: ma vi tengo per avvertito, che se si tratta di mangiarli, io mi protesto che non intendo aver la mia parte di quel tisicuzzo del vescovo di Biella, perchè certamente mi farebbe venir la lebbra. Se l'udiste a bestemmiare, messer castellano....
      - Il diavolo ti porti! ma chi ti ha detto che ce li dovessimo mangiare perchè fai di codeste proteste?
      - -Mille perdoni allora, messer conte. Si tratta dunque di appenderli ai merli onde riparare le torri dalle tratte dei mangani; ed in questo caso io protesto che andrò a tagliare le corde del vescovo di Potenza - dovessi pure andarlo a sostituire io medesimo. Se lo vedeste a far miracoli, ser castellano.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





Ugoccione Gano Biella Potenza