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      Il dì 24 marzo infine fu consacrato nella chiesa di San Pietro dagli arcivescovi di Arezzo e di Modena.
      - Guiberto è dunque vero papa, sclama la cattiva, arroventando nel volto che levava verso il cielo.
      - Papa, arci-papa, continua il castellano, ma noi fummo qui bloccati a non lasciarci passare neppure l'aria pel respiro. E bisogna dire che questi birboni di Romani non intendano mica affatto saperne di noi; perchè se li aveste veduti a far baldoria il dì di Pasqua, quando il re Enrico con Berta sua sposa entrò solennemente in San Pietro, vi avreste fatta la croce. Io credo che nemmanco i cani ne vogliano più di questo povero vecchio pontefice, che in altri tempi adoravano della faccia nella polvere.
      - La sventura è la stessa per tutti, dice la donna sospirando.
      - Deve essere infatti così, continua Oddo, poichè tutti insieme, col senato e col console Cencio, accompagnarono il re, che da San Pietro si recò trionfante al Vaticano onde aver cinta la corona imperiale da Clemente III - tal nome si è imposto a Guiberto - ed allora tutti a gridare: Evviva l'imperatore! evviva l'imperatore! alleluia! alleluia! Poi si recarono al Campidoglio, donde i fanti tedeschi sbrattarono un residuo di gente papale, e quivi il senato ed il console confirmarono Enrico patrizio di Roma, tra l'entusiasmo del popolo che non aveva freno. Plebe sgualdrina! Non avrebbe ribrezzo domani di lapidare quest'altro suo idolo!
      - Sicchè dunque a papa Gregorio non resta più alcuno di tanti fedeli?
      - Eh! madonna, quando la fedeltà non viene dal cuore e non si accompagna con l'amore, non dura mai troppo.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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