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      Andate, andate tutti. In nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo vi benedico.
      E sì parlando, alzava di nuovo quella destra tremenda che avea scossi i sogli d'Europa, e benediceva quella gente, che, sciolta in lagrime e caduta in ginocchio, protestava altamente voler morire con lui. Ma Gregorio non accetta il generoso sacrifizio, e per quei suoi modi incisivi e quella parola autorevole a cui niuno aveva forza resistere, reitera l'ordine al castellano di aprire le porte.
      Il conte Oddo non replica verbo. Si avanza ad una porta di soccorso e, fattesi recare le chiavi, comanda si togliessero le spranghe ed alzassero le cataratte, ed apre. Allora quei soldati, mesti in viso e nel cuore addolorati, preceduti dalla bandiera e dal capitano, sgomberano la piazza e si costituiscono prigioni del re. Oddo rimane immobile presso la porta che avea fatta schiudere. E come ebbe veduti uscire l'un dopo l'altro tutti queglino della guarnigione di rinforzo e con essi i prigionieri, onde il nemico non avesse profittato del caso e si fosse cacciato dentro, richiude subitamente e dà le catene, ordinando al suo vecchio presidio, che era restato fermo al suo posto:
      - Ritornate alle mura, voi. Mi porti il diavolo se dovrete voi correre sorte diversa da quella del vostro vecchio capitano.
      E quei soldati voltano le spalle e partono. Gregorio li guarda fare senza dir motto. Appena però che si furono trovati soli, fissa gli occhi fatti lucidi dalla commozione addosso a quell'uomo, e dimanda:
      - E voi, ser castellano?


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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