Pagina (489/522)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E ne fecero così grave macello, che Roberto dal suo torpore si destò. Il conte Oddo infrattanto con un pugno di arditi transteverini, ed il duca Ulrico di Cosheim con i Tedeschi, avevano sbrattato palazzo Vaticano della guarnigione calabrese, e vi assediavano il papa. Guiberto, avvisato, con rinforzi era per rientrare nella città. Voci altissime per chiassi e per piazze levavansi. - Morte a Ildebrando, morte a Guiscardo! I Saraceni ed i Normanni, venuti alle prese nel Foro con certe bande comandate da Cencio, fuggivano. Un subbuglio, un imprecare, un romor d'armi, un sonar di campane a martello, un assassinio continuato, senza riguardi di luoghi, di sesso e di età.
      Guiscardo comprende di un lampo a qual pericolo si trovasse, ed a qual repentaglio stesse per mettere vittoria, vita ed esercito. Ordina quindi a quei capitani suoi, che gli venne fatto poter accozzare di subitamente richiamare i soldati alle bandiere e di suonare a raccolta. Ed ei si reca dal pontefice alla testa dei fedeli Normanni, meno degli altri sbrancati alla rotta. Essi non ebbero a far poco per aprirsi il cammino. Spazzano Vaticano dagli ordini fitti che lo assediano e già ammaniscono tormenti da breccia e scale per penetrar dentro ed impossessarsi del pontefice. Combattono contro i soldati dei Cosheim e di Oddo; penetrano nel palazzo.
      Gregorio non si era per nulla turbato, forse non si era neppure di nulla avveduto, e scriveva lettere a tutti i legati suoi, sparsi per l'orbe cristiano, onde annunziare il trionfo del Signore.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





Roberto Oddo Ulrico Cosheim Tedeschi Vaticano Ildebrando Guiscardo Saraceni Normanni Foro Cencio Normanni Vaticano Cosheim Oddo