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      Egli ostentava gravità, o meglio malinconia. Perocchè si compiaceva assicurare di non aver giammai riso, dal dì che il suo allievo Gisulfo fu costretto esulare dalla dimora e dagli Stati del padre suo. Un paio di occhi grigi però, vivaci ed irrequieti, che scintillavano nelle orbite incavernate, sopra le quali irte, folte, e nere tuttavia, sporgevano le ciglia, indicavano, egualmente che il naso volto della punta all'insù, che assai lungi della tristezza e più vicino alla tristizia egli fosse. La sciatica - ed e' vantava le più brillanti guarigioni di questa malattia, ed i più sicuri lattovari - la sciatica gli aveva rattratta una gamba; così che la strascicava dritta ed inflessibile come stecco, e, camminando, sembrava ad ogni passo fare una riverenza. Cosa che assai gli toglieva di serietà, maggiormente perchè, fingendo il divagato, lasciava strisciar nella polvere il lungo suo manto scarlatto, sopra del quale i monelli delle piazze, quando ei passava, sedevano e si compiacevano farsi da lui saporitamente rimorchiare.
      Guarimponto si presentò alla duchessa, cui aveva conosciuta fanciulla ed addestrata alla musica ed alla gramatica. Giunto sotto l'arco della porta, si ferma per contemplarla. Poi, dopo essere stato alcuni instanti in quella postura, tira innanzi così angaione, e giunto al letto dell'inferma gitta un sospiro e sclama:
      - Fugit irreparabile tempus! Gli antichi simularono il tempo sotto la figura di Saturno che divorava i suoi figli, e furono sciocchi. Conciofossecosachè ciò che si divora si smaltisce; ciò che si smaltisce muta di forma, ciò che muta di forma non si riconosce più, ciò che non si riconosce più si obblia, e noi - noi mastro Guarimponto ricordiamo di voi, vi abbiamo ricordata sempre, leggiadra duchessa Sigelgaita, degna di migliore ventura!


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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