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      - Mastro Guarimponto, l'interrompe Sigelgaita, abbiamo bisogno di te e della tua dottrina, non del tuo compatimento. Noi stiamo male.
      - La dottrina è una grazia che Iddio concede ai suoi eletti come il sole, perchè illumini tutti e tutti se ne possano giovare. Per la qual cosa, nostra bella duchessa, noi non ci rifiuteremo mai ai vostri bisogni; ed eccoci qui per iscacciare, con la spada di Azzaele, l'angelo della malattia che vorrebbe stendere la mano sulla vostra persona. Dite dunque, dov'è che avete male, duchessa? Datemi qui il vostro polso, perchè la sfigmica è come la vôlta cristallina dell'empireo, sopra la quale si chiodano le stelle, ed in essa il medico, che ha l'occhio della scienza, legge il principio di malignità che s'insinua nella fibra della macchina umana. Dite dunque, bella duchessa, dov'è che avete male?
      Sigelgaita provava irresistibile tentazione di far gittare dalle finestre mastro Guarimponto; non pertanto si contenne ancora e rispose:
      - Male al cuore.
      - In fatti, bella duchessa, deve esser così! E se la luce di quella finestra non fosse stata attenuata tanto, e le tenebre non cominciassero ad involvere la terra ed il mare, io ve lo avrei detto dal bel principio, perchè si legge già dal palloris vultus, anxietatis, membrorum tremoris, difficilis respirationis, oculorum languoris, ed altro che Avicenna soggiunge, trattarsi de cordis affectione. Ed Aetio, nel secondo de' Tetrabibli, ha giudicato che celerrima pernicie instat corde affecto.
      Sigelgaita sentiva scoppiarsi.


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Il re dei re
Convoglio diretto nell'11. secolo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Daelli Milano
1864 pagine 522

   





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