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      Lo si credeva alchimista, amante di sua sorella, mago, fabbricatore di monete false, assassino di fanciulli e sacrilego, cospiratore, autore di libelli ingiuriosi(1), empio, socialista, ateo, santo che faceva dei miracoli per disannoiarsi, dotato della potenza di evocare gli spiriti, possessore di un demone famigliare, nasconditore di briganti, corruttore.... Don Diego subiva la calunnia come egli soffriva la miseria - con impazienza ma senza lamentarsi agl'impotenti, puntando il giorno, l'ora, l'occasione di uscirne, di spogliarsi del suo sordido inviluppo di larva e divenire essere alato. In che modo? quando? Giammai forse! e' si diceva. Ma egli concentrava tutte le forze ardenti della sua anima su questo punto, viveva di quest'ora di sogni.
      - Vuoi delle ova? dimandò Bambina, passando a costa di suo fratello nel giardino e ribassando la sopragonna cui aveva riboccata sul capo.
      - No, rispose Don Diego, continuando a passeggiare.
      Bambina entrò nella sala, accese un candeliere con una miccia intinta nel zolfo, - come usavasi allora, - e cominciò a mondare l'insalata.
      Ella pensava a qualcuno, che allora abitava Napoli, e borbottava il suo rosario, querelandosi nel tempo stesso col gatto, col cane e col porco. Quand'ella si ebbe accomodato in un piatto la scarola e la rughetta, guardò se la pignatta bolliva. E come l'acqua cantarellava di già, prese un pizzico di sale nel mortaio, una cucchiaiata di lardo triturato sul tagliere, e gittò il tutto nell'acqua bollente con qualche foglia di prezzemolo.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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