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      - Oh! per esempio! sclamò un giovinetto gittando il mozzicone del suo sigaro. Con quella figliuola bella come una madonna?
      - Voi non avete giammai visto, don Saverio, i gatti affamati mangiare i loro piccoli? replicò l'arciprete.
      Questo fu il colpo di grazia. La reazione che cominciava ad operarsi in favore del condannato, quando la sua condanna aveva un causa politica o teologale, si cangiò in indignazione. La giovinezza, la bellezza di Bambina aumentavano il delitto. Era il sentimento della morale oltraggiata che provocava l'indignazione di quegli uomini? Oibò! Era la gelosia, era l'invidia: che fortunato ribaldo l'amante di quella giovine beltà! Ognuno nondimanco si credette in obbligo di andargli a fare una visita di condoglianza. Quel bellimbusto andava a Napoli. Non si sa che potesse avvenire. Le grandi città sono piene d'imprevisti: vi sono delle opportunità incredibili di fortuna e di favore. Don Diego poteva imbattersi in una di quelle opportunità, e ricordarsi più tardi del malvolere de' suoi compatriotti, vendicarsi, rifiutar loro un servizio.
      D'altronde non era desso un dramma curioso a contemplare in che modo quest'uomo sosteneva il colpo che lo schiacciava? Non vi eran mille cose a leggere nello sguardo di Bambina, mille commenti a tirare dal suo viso, dal suo portamento, dalla sua persona, e giudicare di là della verità dell'accusa? Una processione di visite si aperse allora verso la casa dell'ex-prete. La freddezza, il disdegno col quale Don Diego accolse quegli atti vigliacchi ed ipocriti non scoraggiarono.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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