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      Tutto è una data per esso, pel povero, perchè tutto gli è costato un lembo della vita. E' si perdevano in questa Pompeia di cenci! Non sapevano a che toccare pel primo. Si confondevano nella scelta. Tutto pareva loro utile e buono, perchè tutto aveva loro servito. Essi avrebbero voluto impacchettare la casa e darle le ali, come la santa casa di Loreto.
      - Bambina, figlia mia, non obbliare le mie pantofole. Potrei aver la gotta. Avrò forse a camminar tanto in quella Napoli e rientrerò co' piedi ammalati.
      - Fratello, bisogna portar con noi la piletta ad acqua santa, che era al capezzale di nostra madre! è rotta e ricollata.
      - Ove hai tu messo quell'involto di carte che io celava sotto il mio materasso?
      - Sta tranquillo! susurrò Bambina con un segno d'intelligenza: dorme nel fondo della cassa.
      - Gitta questi occhiali lì dentro: un giorno, chi sa! sarò miope.
      - Brava! stavo per dimenticare il pacchetto di ferruzzi a calze!
      Il cane ed il gatto che vedevano tutto quel garbuglio, sembravano inquieti. Si sarebbe detto che presentissero qualche cosa. Il gatto, per l'innanzi così sonnolente, non si stancava più di fare ru-ru attorno alla gonna di Bambina, di stropicciarsi a lei carezzevolmente, di saltar sulle ginocchia di Don Diego. Il cane seguiva tutti i passi dei padroni, testa giù, dovunque andassero. Il suo occhio, un dì sì dolcemente malinconico, ora era estinto. Non commetteva più guasti, ed assiso sulle lacche, allungava la testa con tristezza sulle ginocchia del fratello e della sorella.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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