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      Gli uomini sono come i cani: abbaiano ai mendichi e si gettano addosso ai più deboli. Si divora il ferito, come tra le bestie feroci. Non hai tu osservato come Don Tiberio si è mostrato glaciale verso di noi?
      Don Diego non aveva visto sua sorella arrossire ed il barone di Sanza impallidire, al loro primo incontro, all'arrivo. Bambina si guardò di comunicare quest'osservazione a suo fratello e replicò:
      - È vero. Ma noi siamo dei provinciali, e lui... un elegante della città, che frequenta di già ambasciatori e ministri.
      Il barone di Sanza, in fatti, venne a vedere i suoi amici di Lauria due o tre volte, suggerì qualche consiglio molto utile; ma si addimostrò in generale freddo e riservato, come un uomo che non vuole svegliare speranze, cui non potrebbe poi realizzare. Non dimandò neppure a Don Diego ciò che voleva fare. Don Diego, del rimanente, sarebbe stato forse imbarazzato egli stesso a rispondere a questa dimanda. E' non sapeva che una cosa, come diceva a sua sorella, che egli era un cacciatore esausto, per il quale ogni selvaggiume era buono.
      Don Diego ebbe della pena ad orientarsi nella città. Napoli è vecchia. Le sue strade, i suoi edifizi datano da molti secoli, appropriati alle esigenze di quei secoli ed oggimai un incomodo anacronismo. Strade anguste, vicoli sporchi, oscuri, poco o punto lastricati, ingombri di depositi d'immondizie, in cui sguazzano cani, maiali e monelli. Casamenti altissimi, male intonacati, male aerati, affollatissimi di abitanti malpropri, edifizi tortuosi, sovente guerci.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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